martedì 5 marzo 2013

Uthopia

Questo è un momento decisivo per il Paese. Non si potrà tornare subito al voto, cancellando con un tratto di penna le elezioni appena passate con un breve "scusate, ma ci siamo sbagliati". Come tutti sanno, infatti, occorre prima eleggere il Presidente della Repubblica, attendere  il suo insediamento e solo in seguito la sua eventuale decisione di sciogliere le Camere, fare una nuova estenuante campagna elettorale e, poi, votare.

Mi chiedo: visto che il PD ed il M5S hanno molti punti del programma in comune (RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI, CONFLITTO D'INTERESSI, TAGLI O DEI COSTI DELLA POLITICA, INSERIMENTO DELL'ATTIVITA' MOTORIA NELLA SCUOLA ELEMENTARE, solo per dirne qualcuna), non sarebbe più facile attuarli insieme e, poi, tornare al voto?

In questo modo si manderebbe un segnale forte di credibilità e solidità istituzionale e si riuscirebbero a dare quelle risposte di cui il Paese ha veramente bisogno.

Purtroppo comincio a pensare che sia tutto un'utopia..

2 commenti:

  1. Grillo pur facendo battaglie condivisibili, giuste e sacrosante, non mi convince. Non mi piace per le sue "sfumature" razziste (è contrario a riconoscere la cittadinanza a chi nasce in Italia da genitori stranieri, diritto, per me di sinistra, sacrosanto); il suo strizzare l'occhio ai fascisti; il suo linguaggio: il suo tour lo chiama "tsunami" termine che io lascerei stare essendo un fenomeno naturale portatore di distruzione, morte e sofferenze; il suo parlare di missili e di coordinate da dare ai terroristi (salvo poi smentire quello che tutti gli hanno sentito dire); il suo parlare di "facce di", "facce da", "punto g", e battutacce varie.
    Ora però dovrà dire quello che vuole o intende star seduto al Parlamento a dire no a tutto e a tutti in attesa di avere il 50 + 1% dei voti?
    Speriamo ragionino e si possa rimettere in piedi questo Paese.
    Buon lavoro.

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    1. caro Diego,

      in Parlamento dovranno uscire allo scoperto, con tutti i loro pro e contro. Indubbiamente il loro programma è in parte condivisibile il problema è, come evidenziavi anche tu, la terminologia. Tanto per cominciare ho detto già in privato e lo ribadisco, rivendico con orgoglio il titolo di "Onorevole", non in quanto degno di "onore", bensì "portatore di onere". Stare in Parlamento non vuol dire solamente avere tanti, sicuramente troppi, benefici, ma soprattutto rappresentare con onore i cittadini che hanno espresso la propria volontà con il voto.

      Inoltre, si comportano come fossero una forza extraparlamentare ma, volenti o nolenti, ora sono parte integrante dell'ingranaggio politico e non sarà propriamente la stessa cosa.

      Staremo a vedere alla prova dei fatti come si comporteranno e vigileremo attentamente!

      A presto

      Laura

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